#pensiero debole
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A cura di Andrea Branzi e Lapo Lani:
“Andrea Branzi. Mostra in forma di prosa”
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Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 - 20121 Milano
26 maggio 2024, ore 20:00~22:00
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Per Elodie, Meloni, prima donna a rompere il tetto di cristallo della politica diventando Primo Ministro in Italia, non è un modello per le donne. E non difenderebbe i diritti delle donne.
Il modello giusto invece è lei, che quei diritti li difende mostrando la faiga, perché il suo corpo è un “inno alla libertà” (altra fonte di reddito non ha).
Il problema non è Elodie povera puttanella consumabile e dimenticabile, è la massa beota che la segue. Guarda caso i piùscemi tra i rapper scemi sinistri se ne escono col "Meloni bocchinara": senza capirlo le Elodie nutrono bestie buone a nulla capaci di tutto, anche di picchiare e ammazzar donne quando gli gira male.
La sinistra non è parte del problema, è essa stessa IL problema razzismo, misoginia, -fobie varie, pensiero debole e tossico.
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Ci sono due tipi di violenze contro la donna.
Una è strutturale ed è quella economica: senza l’indipendenza economica una donna sarà sempre subordinata.
L’altra è quella culturale e sociale.
Nella società italiana oggi il patriarcato è ormai -e per fortuna- praticamente scomparso.
Esistono certamente dei delinquenti che usano violenza contro le donne, spesso loro mogli e compagne, in quanto soggetto anche fisicamente più debole, ma questo è un altro conto, e riguarda la violenza diffusa della nostra società.
Esiste invece un reale rischio di un patriarcato d’importazione collegato alle migrazioni forzate, ma è un concetto che non si può esprimere perché il pensiero unico del ‘politicamente corretto’ non lo consente.
Provate a chiedere a queste transfemministe di entrare in qualche bar di quartieri periferici abitati da immigrati musulmani e poi vedrete quanto la dura realtà dei fatti farà cambiare loro parere…(Marco Rizzo).
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" Stai esagerando."
" Smettila di fare la vittima. "
" Quanto ti lamenti, c'è gente che sta peggio di te. "
" Sei troppo negativa."
E tante altre frasi simili. Sinceramente non le tollero più, sono al limite della sopportazione . Sono stanca di comunicare con qualcuno su quello che penso e provo e sentire lo stesso copione, sono stanca di sentirmi in "difetto" per ogni emozione e pensiero che ho. Come se fossi sbagliata. Come se avessi qualcosa che non va. Sono altrettanto stufa di chi minimizza i miei problemi e di chi cambia l'argomento iniziando a raccontare i propri problemi che ha avuto nella vita annullandomi, come se le mie problematiche e quello che sto affrontando non avesse importanza. Mi sento sola più che mai in questo momento della mia vita, perfino le persone di cui mi fidavo mi hanno tradita. Quest'anno poi sono successe troppe cose che sono andate a destabilizzare il mio equilibrio e pace interiore. Non mi sono mai sentita così debole fino ad ora e non so come uscirne da questo stato. E non posso contare su nessuno, solo su me stessa.
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Troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore. Ci sono giorni in cui la mia mente è come una tempesta, un vortice di pensieri che non riesco a fermare, e il mio cuore è come un tamburo che batte incessantemente, intrappolato in un ritmo che non riesco a controllare. Ogni giorno, mi sento come un equilibrista su una fune sottile, costretta a camminare senza mai fermarmi. Da un lato, i pensieri si accavallano come onde in piena, ogni singolo problema sembra amplificato, ogni minima preoccupazione diventa un ostacolo insormontabile. Dall’altro, l’ansia che serra il mio cuore come una morsa e mi lascia senza respiro.
A volte mi chiedo se sono solo io, se questo modo di sentire tutto in maniera così profonda e intensa sia un errore, un difetto nel mio modo di essere. Sembra quasi che il mio cervello non riesca mai a spegnersi, come se fosse perennemente in allerta, a caccia di qualcosa che non va, di qualche dettaglio che mi sfugge, di qualche motivo per preoccuparmi. E il mio cuore, invece di essere un rifugio, diventa un campo di battaglia, dove combatto costantemente contro le mie paure, i miei dubbi, le mie insicurezze. Non riesco mai a trovare pace, e tutto questo mi consuma dall'interno.
Ci sono notti in cui resto sveglia fino all’alba, perché i miei pensieri non mi lasciano dormire. Mi giro e rigiro nel letto, cercando un modo per calmarmi, per trovare un attimo di sollievo, ma non ci riesco. Ogni pensiero sembra accendere una scintilla di paura, e quella scintilla diventa subito un incendio. Mi preoccupo per il futuro, per le cose che ho fatto e per quelle che non ho fatto, per i miei errori, per le mie scelte. E anche quando penso di avere tutto sotto controllo, basta un dettaglio, un’idea, una parola per far crollare ogni sicurezza che pensavo di avere.
Sono stanca di questa guerra costante tra la mente e il cuore. È come se ogni giorno fosse una battaglia, e io non riesco a smettere di combattere. Ma è una battaglia in cui non vinco mai. Anzi, ogni giorno mi sento sempre più debole, sempre più esausto. Ogni pensiero diventa una trappola, ogni ansia una prigione. Mi sento come se fossi intrappolata in un ciclo infinito, incapace di liberarmi, incapace di trovare un momento di serenità.
E il peggio è che, spesso, nessuno se ne accorge. Ad alcuni mostro un volto sereno, una maschera che nasconde tutto questo tumulto interiore. Non voglio che gli altri vedano quanto sto soffrendo, quanto sto lottando. Mi dico che devo essere forte, che devo resistere, che devo andare avanti. Ma dentro di me so che questa forza apparente è solo una facciata, e che, sotto la superficie, sto crollando.
Vorrei poter fermare il tempo, poter mettere in pausa la mia mente e il mio cuore, anche solo per un attimo. Vorrei poter smettere di pensare, di preoccuparmi, di sentire tutto in modo così intenso. Vorrei poter respirare senza sentire questa morsa che stringe il mio petto, senza questa paura che non riesco mai a placare.
E mi chiedo se un giorno troverò mai pace. Se un giorno riuscirò a liberarmi di questi pensieri che mi tormentano, di queste ansie che mi consumano. Ma, al momento, tutto sembra così distante, così irraggiungibile. Mi sembra di essere in balia di una tempesta, e non vedo nessun porto sicuro dove rifugiarmi.
Forse, il vero problema è che non riesco ad accettare che la vita sia fatta anche di incertezze, di errori, di momenti di vulnerabilità. Forse, pretendo troppo da me stessa, cerco di controllare tutto, di avere sempre una risposta, una soluzione. Ma la verità è che, a volte, non ci sono risposte, e non ci sono soluzioni. A volte, bisogna solo accettare di sentirsi persi, di avere paura, di essere vulnerabili.
Ma io non so come fare. Non so come accettare questa parte di me. E così, continuo a lottare, a cercare di tenere tutto sotto controllo, anche se so che è una battaglia persa in partenza. Continuo a pretendere troppo dal mio cervello, e a chiedere troppo al mio cuore, anche se so che questo mi sta lentamente distruggendo.
Non so se un giorno troverò la forza di lasciar andare, di smettere di lottare contro me stessa. Ma, per ora, tutto ciò che posso fare è cercare di sopravvivere a questa tempesta, cercare di mettere un piede davanti all'altro, anche se ogni passo mi sembra sempre più pesante.
Perché, alla fine, non so essere diversa. Non so vivere senza pensare, senza preoccuparmi, senza sentire ogni emozione come un peso sul cuore. E, forse, questa è la mia condanna: troppi pensieri per un cervello, troppe ansie per un cuore che, anche quando è sul punto di crollare, continua a battere, nonostante tutto.
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Valentine's day/Love vocabulary
l'amore [n.] = love amore [n.] = love (as a nickname: *my* love, use no article in this occasion) innamorato/a = sb in love, lover la passione = passion un bacio = a kiss un abbraccio = a hug una carezza = a caress l’attrazione = the attraction la relazione = relationship la felicità = happiness la gioia = joy (also as nickname when without the article) la passione = passion la dichiarazione *d��amore* = *love* declaration
amare = to love innamorarsi = to fall in love uscire con qualcuno/frequentare qualcuno = to date someone tenersi per mano = holding hands sedurre/tentare = to seduce/ to tempt tradire/ingannare = to cheat/ betray someone scaricare qualcuno = to dump sb flirtare = to flirt (pronounced as in English + Italian "are" at the end) avere una cotta/un debole per qualcuno = to have a crush on sb (also: you like sb = ti piace qualcuno) adorare = to adore abbracciare = to hug essere fidanzati (ufficialmente) = to be engaged fare l’occhiolino/ammiccare = to wink chiedere di uscire/chiedere un appuntamento = to ask on a date baciare = to kiss someone/something baciarsi = to kiss each other sposare = to marry essere sposato/a = to be married sposarsi = to get married slang: limonare = to make out
il matrimonio = wedding l'appuntamento = the date [noun] il cuore = heart i cioccolatini = praline, chocolate candy le rose = roses i fiori = flowers un mazzo (un bouquet) di fiori = a bouquet of flowers un regalo, un pensiero = a gift la fidanzata, la morosa = girlfriend il fidanzato, il moroso = boyfriend il compagno/la compagna = girlfriend/boyfriend (mostly for adults) giorno di San Valentino = Valentine’s Day civetta = a girl who likes to flirt (not used very much anymore) cascamorto = a boy who likes to flirt cupido = cupid l'amante = lover (secret, cheater/3rd party in particular)
caro/a – dear, beloved (adj. as well as a nickname) bellezza, bello – cutie, handsome (to a male) bello/a – beautiful, handsome tesoro, dolcezza – darling, sweetheart (adj. and a nickname) dolce = sweet (also as noun: dessert) tenero/a = tender romantico/a = romantic
mi piaci = I like you ti amo, ti voglio bene = I love you mi manchi = I miss you ti amerò per sempre = I will love you forever. amore a prima vista / colpo di fulmine = Love at first sight. non posso vivere senza te = I can’t live without you Buon San Valentino = Happy Valentine’s Day festeggeremo con una cenetta romantica = We’ll celebrate with a romantic dinner un pensiero per te = A gift (thought) for you
More nicknames (no articles):
tesoro = *my* treasure cucciolo/cucciola, cucciolotto/cucciolotta = *my* pet, little pet topolino/topolina = little mouse (mio) caro/(mia) cara = (my) dear/darling piccola/piccolo, bimba/bimbo = little one, baby bambola = doll biscottino/biscottina = little biscuit micino/micina, gattino/gattina = kitty maialino/maialina = little pig tigrotto/tigrotta = little tiger momo/moma from “amoro” and “amora” (”amore” in a made up male/female version) = *my* love (in a cute way) ami/amo (or “amy”) = diminutive of “amore” (still cute) tato/tata (patato/patata, patatino/patatina) = dear (potato) orsacchiotto/orsacchiotta = teddy bear
… and I guess most of the cute animals’/cookies’/sweet stuff’s diminutives, as far as your imagination can take you! (The first 4/5 words work also in mother/son or grandma/nephew relationships, while probably the others are mostly used among partners)
#it#italian#langblr#italiano#italian language#italian langblr#language#languages#parole words#traduzioni#san valentino#valentines day#vocabs#vocabulary#italian vocabs#italian vocabulary#languageblr#italianblr
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Le sei le sette le otto le nove
le ore passano e fuori piove
io qui distesa sul mio divano
ti aspetto e scivola lenta la mano
che in preda al gioco di tentazioni
smuove l’ostacolo dei pantaloni
e trova un lembo di pizzo nero
difesa debole scudo leggero.
L’umida preda la mano cattura
la lotta sarà lunga sarà dura
oramai è passata quasi un’ora
ma non è stanca ne vuole ancora.
La chiave nella toppa si rigira
entri mi vedi e un pensiero ti attira…
Chiara Moimas
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l'inutile scuola delle "persone"
Né rossi, né neri… Una volta almeno c’erano i liberi pensieri. Oggi, invece, abbiamo un sottoprodotto de-ideologizzato di scuola, dove gli studenti devono vivere come in un centro di rieducazione, scontando non si sa quale “peccato originale” legato al sesso, individualizzati e separati da quella comunità-branco tanto odiata dal mainstream ed osteggiata dalla politica istituzionale.
Valditara vuole mettere al centro la “persona”. Nella storia mai termine fu più generico per qualificare un individuo: si è passati dall’oplite greco al cittadino romano, per arrivare dopo secoli alla “persona”. Un termine neutro che non qualifica alcun progetto dietro le apparenze: nessuna personalità giuridica, sociale, nazionale. La persona altro non è che un oggetto costruito a tavolino, rieducato alle varie culture del pensiero dominante antifascista, fuori dalla storia.
La Scuola Fascista è una scuola al “servizio dello Stato” nel senso in cui Stato non è un apparato burocratico elefantiaco ma espressione di una volontà e di un progetto comunitario. All’individuo astratto, non-cittadino – come fa un individuo così formato a percepire le sue responsabilità rispetto alla Res Publica? – e indebolito dalla “scuola costituzionale” e “rieducativa” che vorrebbe Valditara, il Fascismo oppone una visione di uomo/donna non solo come espressione economica, ma totale: popolare, sociale, associazionistica, comunitaria, solidale, nazionale, eroica.
Il pensiero debole di questi soggetti è il peggior antifascismo, perché costruisce nella Scuola una diga tra le nuove generazioni e la costruzione di una Patria italiana ed europea forte, coesa, non dipendente da nessuna “Carta” che non sia prima da essi scritta. È la scuola della subordinazione alla sconfitta, dell’abdicazione alla volontà, dell’abbandono di ogni progetto di grande politica. È la scuola globalizzata e precarizzante.
Ecco: avremmo preferito un commissario sovietico a Viale Trastevere piuttosto che questo deboluccio funzionario della fine della storia.
-Sergio Filacchioni (Kulturaeuropa)
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Il pensiero debole è forte. Il pensiero forte è prepotente e basta.
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"Buonanotte luna bella... vorrei essere lì con te e vivere il tuo tempo". Si illumina il cellulare, era un suo messaggio dopo che lo avevo ignorato per qualche giorno dopo quell'incontro, dopo che ero scappata da casa sua. Luna era il mio soprannome perché ne ero da sempre stata affascinata.
Decisi di continuare a ignorarlo, inutile dire che comunque quella sera a casa sua aveva scaturito in me qualcosa, ma ero troppo imbarazzata, mi ero comportata da ragazzina e non trovavo coraggio di fare nulla. Quella notte non dormii, per cui decisi di andare a mare il giorno dopo, lì riuscivo a schiarirmi le idee. Ogni volta che avevo pensieri, in qualunque stagione, al tramonto mi recavo sulla spiaggia, mi mettevo in riva, a tre passi dal toccare l'acqua, mi sedevo e guardavo le onde del mare. I miei pensieri venivano presi man mano che ogni onda si infrangeva sulla spiaggia: l'onda arrivava, prendeva il mio pensiero, lo portava con sé e me lo restituiva più leggero, in modo che io potessi accettarlo, sopportarlo o risolverlo.
Dalla gioia e dal senso di benessere che mi recava quel posto, postai una foto di quel bellissimo mare mosso al tramonto. In pochi minuti un messaggio: "ti raggiungo?", era lui, "lo riconosci?" gli risposi, perché era una spiaggia molto grande, collegata a quella di una città turistica per mezzo di un bosco, io mi infilavo tra tutti quegli alberi senza mai perdermi. Lí non sapeva mai arrivarci nessuno senza di me, per questo da ragazzina lo chiamavo "il mio posto". "Arrivo" risponde prontamente. Non sapevo bene cosa fare, come comportarmi, cosa dire, in risposta ai suoi comportamenti e alle sue parole. Il cuore prese a battermi forte, il tempo passava veloce, sentii una macchina poco lontana, ero sicura che fosse già arrivato: mi girai, era dietro di me. Rimasi rannicchiata seduta a terra, tenendomi le ginocchia con le braccia, lui si siedette dietro di me, con le gambe aperte per farmici stare in mezzo e stare più vicino a me. Mi toccò la spalla a mo' di carezza leggera, forse anche lui non sapeva cosa fare ma sentivo il suo desiderio, quello che avevo spezzato e lasciato in sospeso qualche giorno prima. Si accorge e mi fa presente che avevo il cuore che batteva all'impazzata allora mi giro e mi prende la mano "so che in questi momenti hai bisogno di un contatto con la realtà, ci sono io qui, mi senti?". Mise la mia mano sul suo petto, continuava a sfiorarla, ad accarezzarmi le dita, il mio sguardo si addolcì e con l'altra mano mi accarezzava la spalla, poi scese giù verso la schiena e un brivido mi percorse tutta, lui sorrise. Pian piano il suo viso si avvicinò al mio, mi baciò il collo, poi la mandibola e, passando per la guancia, si fermò all'angolo destro della mia bocca. Sapeva che il mio punto debole era quello, lasciarmi con la voglia per farmela crescere dentro. Si allontanò e io lo guardai con l'espressione di chi sta per toccare il paradiso con un dito ma non ci arriva... Mi avvicinai alla sua bocca perché ne volevo ancora, ma fece una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi baciò appassionatamente sulle labbra. Lui non baciava mai la bocca, credo che in vita sua l'abbia fatto poche volte, lo vedeva come un atto molto intimo e solo quando pensava di essere totalmente innamorato e perso di quella persona si lasciava andare.
Gli chiesi perché in quel momento, perché a me e lì... "mi sono ricordato di quello che mi avevi detto del toccarsi le mani. Ti ho sfiorato le dita perché so che per te è più intimo di una scopata. L'ho fatto perché stava crescendo in me il desiderio di averti addosso e so che questo è il modo di fartelo capire, sto cercando di avvicinarmi al tuo linguaggio, di avvicinarmi a te. Voglio che inizi a desiderarmi come ti desidero io perché da quella sera io ho perso la testa, non faccio altro che pensarti, in questi 10 anni io non ho smesso di pensarti, sapevo che in te c'era qualcosa di diverso, di speciale. C'era un motivo se non c'è mai stato un punto tra noi, solo tante pause più o meno lunghe". Mi guardò neglio occhi, in modo profondo e penetrante, io non sapevo cosa dire, cercavo anche di distogliere lo sguardo affinché nessuno dei miei pensieri potesse essere colto da lui. Interruppe il silenzio: "Ti va di venire di nuovo da me questa sera?".
Continua
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"Incalzata" si fa per dire da Fazio, a domanda sull'ultimo flop in Liguria la Schlein risponde: "Se mi chiede perché il Pd cresce, dico che è perché non perdiamo tempo in polemiche con le altre forze di opposizione e in un dibattito politicista sul perimetro di quali siano le sigle migliori". Risposta paradossale: basta togliere il "non" e descrive esattamente quel che stanno facendo, da perdenti.
Non paga, aggiunge: "l'astensionismo lo paga da sempre soprattutto la sinistra" (tutti sanno che è totalmente falso, ndr).
E insiste: "Se vogliamo tornare a vincere contro questa brutta destra bisogna che donne e uomini di tutta la sinistra tornino a votare".
Elly confonde i partitelli sedicenti liberali, radicali, nuovisti, ambientalisti, inclusivi, europeisti, di centro, pronti a subire l'egemonia in cambio di poltrone, con gli elettori "donne e uomini": questi ultimi non appartengono né alla sinistra né alla destra, non sono "cosa nostra" da mobilitare mediante narrativa mediatica. Dipende da cosa offre il negozio, perlomeno in vetrina.
Liguria docet: tra i non organici, solo un cretino completo avrebbe votato un nulla alla Kamala come il candidato del Pd.
Il suo non è manco pensiero debole, è non pensiero, è stare sulla tacca del "votate i buoni" alla Jennifer Lopez.
commento su virgolettati da https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/40782466/elly-schlein-che-tempo-che-fa-perche-pd-cresce-copre-ridicolo-fazio.html
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Ho un debole per le finestre
quelle un po' rialzate
al secondo piano
dove poter scorgere
almeno un pezzetto di cielo.
Se poi ci vedo
le rondini volare
nei loro giri m' incanto
e ogni pensiero
cade alle mie spalle.
Ho un debole per le finestre
mi fanno immaginare
un nuovo giorno
che sta per cominciare.
R.N
Buondì
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
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addio pensiero debole
Alla base del pensiero debole l'idea che tutto sia interpretabile, che ogni giudizio è storicizzato, ma con la presunzione che l'affermazione stessa che tutto è interpretabile, che ogni giudizio è storicizzato, sia invece un'affermazione non interpretabile, valida definitivamente e una volta per tutte, sottratta al logorio del tempo, e come s'incazzava il professor Vattimo se glielo facevi notare, che così ripiombava nella tradizione del pensiero forte: l'ultimo dei dogmatici ma che predicava debolezza. Pace all'anima sua.
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#far #legionenera
Questo è un libro che parla di un tempo perduto. Il titolo spaventa solo perché reca in se parole considerate tabù. Ci fu un tempo in cui vi erano distinzioni tra destra e sinistra, tra valori e disvalori, tra azione e reazione. Bene, Salierno gli attraversa universalmente tutti e lo fa in prima persona. Vive metà della sua vita come "fascista" come commissario politico della sez. Romana di Colle Oppio, poi per omicidio, è messo in carcere, ne uscirà incredibilmente come sociologo marxista di estrema sinistra. Questa autobiografia è un’opera che ha però il ritmo di un romanzo. Una lettura coinvolgente, dura e violenta, che proietta il lettore nella Roma degli anni pesanti, quelli dalle lotte tra fascisti e comunisti. Nella sezione missina di Colle Oppio, nei bar e nelle trattorie della periferia e nei vicoli stretti del centro si muovono il protagonista e gli altri "camerati", che sognano di far rinascere la RSI. Il protagonista viene affascinato dai vecchi reduci e dalla figura severa e mistica di Julius Evola, mentre è deluso dalla debole e rinunciataria politica dei dirigenti del suo partito....
Io sono solo un lettore, non influenzeró con il mio pensiero questo splendido romanzo quasi saggio, ricordando solo che quello fu il tempo di Pier Paolo Pasolini : l'uomo sismografo, cui la quotidiana misurazione dei movimenti della società italiana aveva aperto anticipatamente gli occhi sopra la confusione dei ruoli, l'indistinzione dei profili, la dissolvenza dei colori tra destra e sinistra sopra un futuro che è il nostro presente.
#sociologia
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